Lettera aperta dei giornalisti tedeschi insieme a Wikimedia Germania: il governo federale si impegni per la tutela della libertà di espressione nelle misure UE contro i contenuti terroristici in Rete

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Lettera aperta dei giornalisti tedeschi insieme a Wikimedia Germania: il governo federale si impegni per la tutela della libertà di espressione nelle misure UE contro i contenuti terroristici in Rete

Il 29 aprile 2020, Wikimedia Germania ha inviato insieme a Reporter senza frontiere, l’Associazione tedesca dei giornalisti, l’Unione dei giornalisti tedeschi (nel sindacato Ver.di) e la Rete dei whistleblower  una lettera aperta al governo tedesco.
Nel testo si chiede al Ministro degli Interni Horst Seehofer e al Ministro della Giustizia Christine Lambrecht di difendere e rafforzare i diritti europei fondamentali come la libertà di espressione nei negoziati sul “Regolamento relativo alla prevenzione della diffusione di contenuti terroristici online”.
“Wikimedia Deutschland, come tutte le altre organizzazioni coinvolte, è impegnata per il libero accesso alle informazioni e per la libertà di espressione. Siamo convinti che sia le definizioni usate sia il campo di applicazione della proposta di regolamento concorrano a limitare in modo sproporzionato tali libertà”, spiega Abraham Taherivand, Direttore Esecutivo di Wikimedia Germania.
Il pacchetto di misure, noto con l’acronimo TERREG, è stato presentato dalla Commissione europea nell’autunno 2018 ed è già stato oggetto di accesa negoziazione tra la Commissione europea, gli Stati membri dell’UE e il Parlamento europeo, dopo che quest’ultimo ha approvato una versione emendata lo scorso 17 aprile 2019.
L’obiettivo di arginare la propaganda terroristica in Rete è certamente condivisibile, ma nel perseguirlo bisogna fare attenzione a non limitare i diritti inalienabili: per questo motivo Wikimedia Germania e gli altri firmatari della lettera aperta chiedono al governo tedesco maggiore attenzione e rispetto dei diritti democratici fondamentali all’informazione e alla libertà di espressione.
Aggiungono i giornalisti tedeschi insieme a Wikimedia: “Wikipedia e gli altri progetti che promuovono la conoscenza libera rientrano interamente nell’ambito di applicazione del regolamento UE così come proposto. Anche il lavoro giornalistico e l’attività di whistleblowing [ossia le segnalazioni anonime di reati o irregolarità] non sono del tutto esentati dalle disposizioni del regolamento” e possono in ogni caso essere toccati dagli effetti collaterali della sua applicazione.
Wikimedia Germania, i giornalisti e le altre organizzazioni chiedono al governo tedesco di difendere attivamente i diritti alla libertà durante il dibattito nel trilogo evidenziando che:

  1. Le definizioni vaghe aprono la porta agli abusi: la definizione di contenuto terroristico deve innanzitutto essere limitata ad azioni palesemente illegali come l’incitazione e la complicità in atti terroristici.
  2. Occorre inoltre prevedere eccezioni per la comunicazione per fini artistici, giornalistici, educativi e di ricerca e per tutte le attività che hanno lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alle attività terroristiche.
  3. Inoltre, non si può obbligare per legge la stampa a filtrare in modo indiscriminato i contenuti che esprimono opinioni polemiche o controverse all’interno del dibattito pubblico.
  4. I fornitori di infrastrutture cloud, i fornitori cloud e i fornitori di servizi di comunicazione elettronica dovrebbero essere completamente esclusi dal campo di applicazione del regolamento, come anche le piattaforme non commerciali e piattaforme con offerte giornalistiche-editoriali, analogamente a quanto prevede l’articolo 1 della NetzDG (la legge tedesca contro le fake news).

Le organizzazioni che hanno sottoscritto per prime la lettera continuano affermando che il governo federale deve lottare perché il regolamento TERREG non blocchi in modo indiscriminato contenuti legalmente legittimi. Richiedono pertanto una supervisione umana (quindi non procedure totalmente automatiche) e la verificabilità di qualsiasi decisione di rimuovere o bloccare l’accesso ai contenuti. Non è opportuno lasciare queste decisioni agli operatori privati delle piattaforme sulla base di mere segnalazioni e denunce di massa da parte di privati o delle forze dell’ordine. 

Le organizzazioni firmatarie richiedono infine che i poteri di rimozione restino di competenza delle autorità giudiziarie e che siano accompagnati da adeguate misure legali e obblighi di trasparenza.

Nell’immagine: Vista sull’Aula plenaria nel Palazzo del Reichstag a Berlino. di BriYYZ from Toronto, Canada, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons