I siti archeologici su OpenStreetMap: due iniziative in Calabria

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I siti archeologici su OpenStreetMap: due iniziative in Calabria

Questo mese Wikimedia Italia sarà presente in Calabria nell’ambito di due iniziative volte ad approfondire l’utilizzo di OpenStreetMap per la mappatura di siti archeologici.

Il primo appuntamento si terrà il 15 novembre a Catanzaro nell’ambito del GIS Day Calabria, dove Alessandro Palmas, project manager OpenStreetMap per Wikimedia Italia, illustrerà le attività legate al mondo dell’archeologia condotte su OSM in Italia e i principali risultati raggiunti.
La piattaforma OpenStreetMap è pensata per mappare solo entità esistenti in situ, dunque non consente di catalogare beni archeologici che non esistono più o che sono stati spostati in un museo. L’inserimento di questa tipologia di oggetti all’interno della piattaforma è vincolato all’attribuzione della key historic, associata nelle tag ai valori historic=archaeological_site o historic=ruins.
Nella categoria historic sono attualmente presenti a livello mondiale oltre 780.000 oggetti di diversa cronologia: dai bunker della seconda guerra mondiale ai siti archeologici e paleontologici. Oltre alla chiave primaria, in OpenStreetMap è possibile aggiungere ulteriori campi per meglio specificare le caratteristiche del singolo bene o dell’area archeologica, che evidenzino cronologia, descrizione, accessibilità, immagine, pagina Wikipedia, elemento Wikidata, categoria Wikimedia Commons etc.
La comunità di OpenStreetMap ha già sperimentato in Italia alcune mappature di dettaglio di aree archeologiche, come Pompei nel 2008 e più di recente la villa di Patti Marina, siti che non erano mappati allora né su Bing, né su Google Maps.
Poiché in OSM il numero di tag aumenta in base a nuove esigenze di mappatura, la promozione di iniziative di questo tipo potrebbe stimolare l’inserimento di nuove tag e proprietà di maggior dettaglio per individuare precisamente i diversi oggetti archeologici ancora visibili nel nostro paesaggio.
Una volta documentato un sito archeologico su OpenStreetMap, è possibile usare altri strumenti (es. OpenLayers, Leaflet, uMap etc.) per creare mappe tematiche aggiungendo ai dati già esistenti su OpenStreetMap ulteriori contenuti o dando evidenza o maggiore risalto ad informazioni già contenute lì.
Wikimedia Italia ha promosso nel 2016  due eventi di mappatura (mapping party) focalizzati sui beni archeologici, con il coinvolgimento di utenti generici guidati da archeologi. La prima iniziativa mAppiaM! – Mapping Appia’s monuments ha portato alla mappatura del tratto urbano della via Appia da Porta San Sebastiano alla Villa dei Quintili e nel Parco della Caffarella; la seconda iniziativa, Public Archaeology in Verona, ha interessato invece un tratto della via Postumia.
L’Italia è caratterizzata da una peculiare concentrazione di beni archeologici: nei prossimi anni il contributo degli esperti di dominio al progetto potrebbe stimolare la nascita di stili di visualizzazione cartografica orientati all’archeologia e all’inserimento ed interpretazione specialistica.

Grazie alla collaborazione con ActionAid, il 17 e 19 novembre Wikimedia Italia parteciperà invece ad un laboratorio dedicato al monitoraggio civico per la tutela dei fondi europei promosso dal progetto IPACT (Intergrity Pacts – Civil Control Mechanism for safeguarding EU funds) con due giornate di formazione su OpenStreetMap.
Il 17 novembre è prevista una giornata di laboratorio all’interno di un percorso di alternanza scuola-lavoro, mentre il 19 novembre l’iniziativa sarà replicata per tutta la giornata dalle ore 10:00 alle ore 18:00. Entrambe le iniziative saranno volte a mappare l’area del  Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide ed il Parco archeologico di Sibari, non  mappata né in Bing, né in Google Maps né in OpenStreetMap.
Si tratta di un’iniziativa molto importante volta alla valorizzazione sul web delle aree archeologiche del Sud Italia.
Si pensi infatti che su Wikipedia le pagine relative a Sibari hanno pochissime immagini illustrative che non rendono assolutamente idea dell’interesse e della vastità della collezione lì custodita e del fascino delle strutture conservate in situ.
Si è già parlato in questo blog dello studio sull’impatto positivo di Wikipedia sul turismo e sarebbe interessante replicare l’esperimento per i siti potenzialmente attrattori di turismo culturale nelle regioni del Sud e delle Isole. Di recente si è avviata una discussione sull’inserimento di un Cammino della Magna Grecia nella lista dei Cammini d’Italia [1] e nella prospettiva di una candidatura dei siti magnogreci alle liste Unesco Patrimonio dell’Umanità. Questo percorso attraversa la costa jonica da Reggio Calabria a Taranto e l’intera costa campana, regioni su cui ben due Programmi Operativi europei destinati al potenziamento degli attrattori culturali [2] hanno già finanziato (e stanno finanziando) numerosi progetti di valorizzazione del patrimonio archeologico. Ad esempio per la sola Sibari il programma Poli Museali ha realizzato un parco progetti che vale circa 20 milioni di euro di fondi europei [3]. Questi investimenti rischiano tuttavia di non avere un ritorno adeguato non solo per  la mancata disponibilità del sistema locale a contribuire alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio archeologico locale (ad esempio per i problemi legati all’accessibilità), ma anche per una scarsa visibilità in rete.
Non è facile stimare le dimensioni economiche (occupazione e valore aggiunto generati) del turismo culturale come fenomeno a sé stante, ma sono disponibili dati relativi al settore turistico nel suo complesso. Essi denotano una forte debolezza del Sud e delle Isole nel confronto con le regioni del Centro e del Nord, con una forte prevalenza di turismo stagionale legato alla balneazione [4].  Puntare sul rilancio del turismo culturale consentirebbe di valorizzare l’offerta del territorio non solo nel periodo estivo, che è quello di maggiore afflusso turistico, ma in modo continuativo nel corso dell’anno. Il turismo culturale nel Sud e nelle Isole non può prescindere dal rilancio delle aree archeologiche, oltre la metà delle quali (52,8%) si colloca in quelle regioni ed una su tre (32,6%) nelle Isole [5].
Questi sono i motivi per cui Wikimedia Italia continuerà a promuovere iniziative di formazione per incentivare l’uso di strumenti in grado di consentire a tutti di partecipare al rilancio del territorio in cui vivono per favorire la promozione turistica e la diffusione a livello globale di informazioni su quello che viene definito il nostro “patrimonio diffuso”.

[1] A partire dal successo di alcuni cammini, come quelli più noti di San Jacopo di Compostela e della via Francigena, ne sono stati organizzati altri, più locali, come il cammino micaelico dalla Cornovaglia in Sicilia.
[2] Il PON Attrattori Culturali, Naturali e Turismo (2007-2013) ed il PON Cultura e Sviluppo (2014-2020).
[3] I progetti sul Parco archeologico di Sibari e sul Museo nazionale della Sibaritide finanziati dalla scorsa e attuale programmazione europea destinata agli attrattori culturali sono: una nuova unità museale, cosiddetto Ippodameo, e nuovi depositi archeologici; nuovi allestimenti museali e multimediali; nuovo edificio di accoglienza ed opere di completamento e riqualificazione al Parco del Cavallo; opere di completamento e riqualificazione della Masseria Rizzo nella cosiddetta Oasi di Casa Bianca; dismissione dei depositi di materiale archeologico; musealizzazione e sistemazione esterna dell’area archeologica denominata Casa Bianca;  interventi per il rischio idrogeologico (trincee drenanti e interventi urgenti di salvaguardia e conservazione post evento alluvionale del gennaio 2013).
[4] Per il secondo anno consecutivo nel 2016 in Italia i flussi domestici sono tornati a crescere: l’82,8% dei viaggi degli italiani ha avuto come destinazione una località nazionale, +6,2% gli arrivi e +4,8% le presenze. Il Nord si conferma l’area del paese con maggior potere attrattivo (44,1% dei viaggi) sia per le vacanze, soprattutto se brevi (53,2%), sia per i viaggi di lavoro (45,9%). Dati ISTAT disponibili qui. Nel 2016 l’Italia è stata la quinta nazione al mondo per flussi internazionali con 50,7 milioni di arrivi: +6,6% gli arrivi e +3,1% le presenze. Dati UNWTO, World Tourism Barometer, novembre 2016.  I tassi di incidenza di arrivi e presenza degli stranieri per il Sud (6,5% e 7,3%) e le Isole (5,8% e 6,6%) sono molto bassi rispetto al Nord ed al Centro. Dati ENIT disponibili qui.
[5]  Dati ISTAT sui musei, le aree archeologiche e i monumenti in Italia aggiornati al 2015.

Nell’immagine: Monumento funerario lungo la via Appia visualizzato nell’editor JOSM. Elaborazione di Alessandro Palmas (WMIT), CC BY-SA 4.0