Obiettivo 17: Partnership per gli obiettivi

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Obiettivo 17: Partnership per gli obiettivi

Rafforzare le modalità di attuazione rilanciare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile.

Oltre ad essere un obiettivo, l’ultimo punto dell’agenda 2030 è anche un invito a partecipare ed a farne parte. Infatti quanto espresso all’interno dei 16 obiettivi non può realizzarsi se non vi è una reale collaborazione tra i governi, il settore privato, quello pubblico e la società civile.

L’invito è quello di unire le forze, di essere consapevoli di essere un nodo potenziale di una rete e di fare rete con altre realtà. Qualcosa di apparentemente semplice ma a cui è richiesto un enorme sforzo collettivo, anche perché gli attori chiamati in causa vengono da mondi e da modi di operare spesso completamente differenti. Fin da subito è quindi necessario lavorare in un’ottica trasparente e tenere a mente che questo processo non è immediato. Dandosi il tempo necessario, in modo da maturare una mutua conoscenza delle culture organizzative, è possibile creare collaborazioni basate su valori, principi e obiettivi condivisi che possano essere durature nel tempo. Perché è proprio questo che manca alle volte, un investimento di energie e risorse nel lungo termine nei settori chiave.

L’obiettivo 17 individua cinque target: 

  1. Finanza – tutti i Paesi sviluppati sono chiamati a dare una mano sotto l’aspetto economico ai Paesi in via di sviluppo o meno sviluppati per ridurre il divario fornendo aiuti e/o cancellando debiti; 
  2. Tecnologia – invita allo sviluppo delle tecnologie e all’utilizzo di queste nei Paesi meno sviluppati, sempre grazie alla collaborazione dei Paesi sviluppati,  promuovendo l’accesso equo alla scienza, alla conoscenza e all’innovazione (dei 4 miliardi di persone che ancora non hanno accesso ad internet ed il 90 % di questi vive in paesi in via di sviluppo); 
  3. Capacità di sviluppo – dei paesi meno sviluppati per rendere efficaci gli obiettivi di sviluppo sostenibile; 
  4. Commercio – prevede scambi commerciali aperti, incrementando l’esportazione dei paesi meno sviluppati realizzando spazi liberi da dazi e restrizioni; 
  5. Stabilizzare l’economia globale – con la promozione di coerenza politica in tutti i paesi, attuando le politiche per la lotta alla povertà.

Leggendo questi cinque target vediamo come si vadano a toccare di nuovo molti dei precedenti sedici obiettivi ed anche come vi sia una richiesta esplicita di impegno ai cosiddetti paesi sviluppati o del nord del mondo. Se la globalizzazione è da decenni un dato di fatto, la realtà di un mondo unico sembra molto distante e continuano ad esistere almeno due mondi (uno sviluppato e l’altro in un eterno sviluppo) ancora nettamente separati. Anche le economie dei paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) hanno fatto e fanno fatica a decollare e ad imporsi stabilmente ad eccezione della Cina. Questo dislivello continua ad esserci perché le partnership che vengono instaurate sono spesso state legate a discorsi commerciali e riguardanti i profitti. Ovviamente non c’è nulla di male nel denaro in sé, ma avendo solo il profitto come obiettivo primario si rischia di tralasciare altri aspetti importanti, infatti i target di questo punto sono 5 e non si limitano al problema economico. Ignorando questi altri aspetti non si promuove l’indipendenza ma al contrario: si creano nuove forme di dipendenza creando una sorta di colonialismo 2.0 .

I monopoli (finanziari, tecnologici, del sapere,  ect.) oltre a portare una crescita economica per pochi, rallentano anche l’evoluzione ed i potenziali utilizzi alternativi. Per questo le partnership, gli incontri, gli scambi quando quando sono condivisioni paritarie reali permettono di creare legami e non nuove dipendenze. Thomas Jefferson, in una interessante lettera a Isaac Mc Pherson, scrisse :“Chi riceve un’idea da me, ricava conoscenza senza diminuire la mia; come chi accende la sua candela con la mia riceve luce senza lasciarmi al buio.”. Questo dovrebbe essere lo spirito di condivisione alla base del partenariato: non aver paura che la propria candela possa essere copiata da tutti ma che la propria candela possa illuminare il mondo intero.

Edoardo Tallarico

Nell’Immagine: United Nations, Public domain, via Wikimedia Commons