Big Blue Button, uno strumento open per la didattica a distanza

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Big Blue Button, uno strumento open per la didattica a distanza

A causa dell’emergenza coronavirus, da oltre un mese gli istituti scolastici ma anche tantissime organizzazioni di grandi e piccole dimensioni su tutto il territorio italiano stanno sperimentando nuove modalità di apprendimento e formazione a distanza. Questo cambiamento richiede ai cittadini di mutare le proprie abitudini, ma invita anche le istituzioni a trovare nuovi strumenti, che possano rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini e tutelarne i diritti fondamentali, non da ultimo la privacy.

Abbiamo chiesto un parere sul tema a Fabio Moriondo, storico socio di Italian Linux Society, che da anni propone e offre supporto all’installazione di soluzioni open per la didattica a distanza, analoghe a quanto proposto dagli insegnanti autori del libro Software libero a scuola.

Ciao Fabio e grazie di aver accettato di fare questa chiacchiera con noi. Hai voglia di raccontarci un po’ quali opzioni hanno a disposizione le scuole o le organizzazioni che vogliono avvalersi di strumenti aperti per la didattica a distanza?

Grazie a voi di darmi l’opportunità di parlare di piattaforme che ancora a mio avviso non ricevono abbastanza attenzione, ma che rappresentano un’alternativa più che valida agli strumenti proprietari con il vantaggio di essere open e, quindi, scaricabili gratuitamente dalla rete e liberamente utilizzabili. 

Nel mondo open esistono varie opportunità per chi ha esigenza di strutturare un’attività didattica a distanza – cito ad esempio la piattaforma per videoconferenze Jitsi – penso tuttavia che l’opzione più completa e più rispondente alle particolari esigenze del mondo della scuola o della formazione professionale sia Big Blue Button.

Anche BBB come Jitsi è un sistema open per videoconferenze, che offre però molte più funzionalità specifiche per la gestione dei partecipanti che si rivelano preziose in questi tempi di lezioni sincrone a distanza per poter gestire e coinvolgere gli studenti. 

Uno dei principali punti di forza di BBB – che lo rende più efficiente rispetto ai concorrenti, sia open che non – è la possibilità di moderare i partecipanti, bloccando ad esempio microfono o webcam sia all’ingresso che durante la conferenza/lezione e sbloccando poi i singoli all’occorrenza. Questo, insieme alla possibilità di bloccare l’uso delle chat pubbliche e private integrate in BBB, consente di limitare al massimo le distrazioni, sia tecniche che…mentali.
Un altro grande pregio di BBB è l’integrazione con i principali sistemi di formazione asincrona a distanza (LMS – Learning management system) come Moodle e simili. 

Con altre piattaforme (open e non) non sempre è possibile “gestire” l’accesso dei partecipanti, perché si condivide il link alla stanza/sessione e chiunque può entrare anche senza controllo. Con BBB invece gli allievi possono fare un login direttamente dal LMS della loro scuola: un elemento che oltre a semplificare il processo, consente anche di tutelare davvero i dati personali degli studenti (spesso minorenni) mantenendoli al sicuro sul server dell’istituto.
Altre funzionalità di BBB preziose per il coinvolgimento dei partecipanti (e molto comode perchè direttamente integrate nel sistema) sono la possibilità di utilizzare una lavagna virtuale condivisa, di fare quiz durante la lezione per verificare se la classe è attenta, di creare più “stanze virtuali” per lavorare contemporaneamente in piccoli gruppi con la supervisione dell’insegnante o di mostrare video tratti da YouTube o altre piattaforme online, sempre senza uscire dal sistema.

BBB offre inoltre la possibilità di effettuare registrazioni video che, a differenza di altre piattaforme, vengono eventualmente registrate direttamente sul server della scuola e rese disponibili per gli allievi assenti, tutto questo senza avere competenze tecniche di caricamento video su internet o di post-editing.

Ultimo ma non meno importante, BBB permette di attivare una modalità di risparmio dati, che agevola la partecipazione a chi non ha in casa una linea ADSL rapida o la fibra ottica; inoltre, essendo una piattaforma multilingue consente di impostare la lingua di lavoro, funzionalità che ad esempio facilita l’inclusione degli studenti stranieri.

Fantastico Fabio! Ora immaginiamo che io sia un docente e voglia utilizzare BBB, che cosa devo fare? 

Al docente che voglia utilizzare BBB consiglio innanzitutto di testare lo strumento per capire se è valido e risponde alle esigenze della didattica, questo perché uno strumento open deve innanzitutto essere utile e funzionale. 

Se lo strumento lo/la convince, dovrà poi contattare l’animatore/trice digitale dell’istituto per un secondo parere e valutare i requisiti tecnici. Per installare BBB serve una buona connessione e ampia disponibilità di banda, nonché un server Linux di appoggio. 

Al momento ci sono iniziative come OpenDidattica che permettono di testarlo e lo offrono gratuitamente all’interno della soluzione Moodle (basta andare qui e dopo aver scelto “BigBlueButton – Lezione sincrona” cliccare su “Login come ospite”), ma anche i grandi fornitori di servizi offrono macchine a noleggio (in inglese VPS, spesso pubblicizzate con nomi vari come public cloud), che tra l’altro le scuole possono acquistare senza alcun costo sfruttando i crediti gratuiti di cui spesso dispongono per tali soluzioni.
Una volta procurata una macchina adeguata, la scuola può procedere con l’installazione in modo completamente autonomo e gratuito, oppure affidarsi a un fornitore sul territorio godendo di assistenza in lingua italiana. 

Agli studenti non è richiesto nulla, nemmeno l’installazione di app o programmi sul proprio PC: BBB si può aprire direttamente dal proprio browser, anche da cellulare o tablet.

Visto quel che ci racconti, non ci spieghiamo come mai il MIUR non abbia inserito anche BBB tra le piattaforme consigliate per la didattica a distanza. Perché a tuo avviso manca una proposta in software libero?

In questa situazione di emergenza, in cui si chiedeva una soluzione rapida ed efficace, il MIUR ha preferito coinvolgere subito grandi colossi internazionali, perché possono fornire soluzioni a un larghissimo numero di istituti senza avere difficoltà di fornitura e assistenza. L’open source offre possibilità enormi ma l’assistenza tende purtroppo ad essere molto frammentata in tante piccole e medie realtà locali. 

Nel breve periodo la scelta del MIUR appare vincente, ma in un arco temporale più ampio – sicuramente quello che si prospetta non è limitato a un paio di mesi – dovremo porci questioni più ampie, come ad esempio quella della privacy o del supporto alle piccole imprese attive sul territorio. In questo l’open source potrebbe giocare un ruolo fondamentale e mi auguro non sia dimenticato.

Grazie mille Fabio!

Nell’immagine: Ragazzi al lavoro con i tablet. Di Brad Flickinger, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons