La biblioteca aperta e digitale: cinque anni wikimediani per BEIC

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La biblioteca aperta e digitale: cinque anni wikimediani per BEIC

Anche nel 2019, per il quinto anno consecutivo, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (BEIC) ha rinnovato la sua collaborazione con Wikimedia Italia, nata con l’obiettivo di valorizzare e rendere accessibile a tutti il ricco patrimonio dell’istituzione, attraverso l’uso dei progetti Wikimedia.

Da settembre 2014 la Biblioteca ha deciso di ospitare presso la sua sede un Wikipediano in Residenza (WIR) – prima Federico Leva, poi Marco Chemello – che ha affiancato il personale dell’ente in un percorso dedicato di formazione e nell’attività di caricamento di contenuti (illustrazioni, fonti bibliografiche, testi, traduzioni) sui progetti Wikimedia.

I risultati della collaborazione sono stupefacenti: grazie ai nostri WIR e all’entusiasmo dei bibliotecari BEIC, l’istituzione ha realizzato nel 2016 il più grande riversamento in Italia di immagini libere su Wikimedia Commons, il database multimediale legato a Wikipedia, caricando i 16.900 scatti dell’archivio Paolo Monti.

Nel 2018, BEIC ha raggiunto il traguardo delle 15.000 voci e pagine di progetti Wikimedia che utilizzano contenuti provenienti dall’istituzione e la chiara conferma di aver intrapreso la strada giusta: più del 70% dei visitatori del sito di BEIC è oggi generato da voci Wikipedia o dei progetti fratelli Wikimedia.

Non è un caso dunque che al Convegno Stelline 2019 BEIC abbia deciso di proporre una sessione interamente dedicata alla sua attività wiki, per condividere la sua esperienza con le altre istituzioni bibliotecarie italiane e ripercorrere la storia della collaborazione, anche con l’obiettivo di tracciarne le linee future.

Il 2019 sarà per BEIC l’anno di Wikidata – ci racconta Marco Chemello, Wikipediano in Residenza presso la Biblioteca – Ci concentreremo infatti sul caricamento di metadati sul grande archivio di dati strutturati a supporto di Wikipedia.

I filoni su cui ci concentreremo saranno principalmente tre – continua Marco – Dapprima lavoreremo sugli autori, registrando sul database elementi ad oggi mancanti su scrittori e letterati minori, molti dei quali sono enciclopedici e dunque meritevoli di una voce Wikipedia. Ci focalizzeremo poi sugli editori, caricando su Wikidata elementi strutturati sulle case editrici attive in Italia tra il ‘400 e il ‘600, ma anche sulla produzione editoriale lombarda – di competenza BEIC – che rappresenta un volume pari a circa il 40% dei volumi ad oggi pubblicati in Italia. Infine, incroceremo il lavoro su autori e editori, registrando sul database nuovi elementi sulle opere letterarie presenti nella biblioteca digitale BEIC nelle loro differenti edizioni.

Il lavoro su Wikidata andrà ad affiancarsi e integrarsi con le altre linee di attività già sviluppate da BEIC negli scorsi anni sugli altri progetti Wikimedia: continuerà infatti il lavoro su Wikisource sulla collana Scrittori d’Italia insieme a quello su Wikipedia, con l’obiettivo di inserire riferimenti bibliografici all’interno delle voci, così come quello di caricamento di immagini su Wikimedia Commons.
La vera sfida per il futuro si chiama Wikicite – conclude Marco – il nascente progetto di catalogazione bibliografica legato alla galassia Wikimedia (per saperne di più, qui un approfondimento a cura di Silvio Peroni e Luca Martinelli). In cantiere anche un progetto su Wikisource mirato alla creazione di risorse fruibili per gli ipovedenti.
Le potenzialità legate ai progetti Wikimedia per una biblioteca come BEIC sembrano infinite e non possiamo che augurarci che Marco e le bibliotecarie Federica, Lisa e Marcella pian piano le esplorino tutte.
Mille di questi anni a noi e BEIC!

Nell’immagine: Milano, 1962. Una delle immagini dell’Archivio Paolo Monti liberate da BEIC. Di Paolo Monti, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons