Osservare l’Ucraina dall’Italia 

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Osservare l’Ucraina dall’Italia 

Per un mese, tra marzo e aprile, ho ospitato alcuni parenti provenienti dall’Ucraina. È stato scioccante rendermi conto che i bambini, sentendo qualche botto qui in strada, pensavano alle bombe. Più erano piccoli e più erano traumatizzati. Per giorni parlavano delle sirene antiaeree.

La guerra in Ucraina rischia di essere l’elefante nella stanza, nella discussione con Stanislav Alyeksandrov, come con molte altre persone ucraine che vivono in Italia. Stanislav è un volontario di Wikipedia. Trentuno anni, originario di Lutsk, nel nord ovest dell’Ucraina, a tredici anni raggiunge la madre a Napoli. A sedici comincia a scrivere su Wikipedia, quando scopre che manca una pagina in italiano dedicata alla propria città natale. Oggi Stanislav vive a Roma, lavora come programmatore e, anche se scrive meno su Wikipedia, continua a dare il suo contributo.

Stanislav accetta di raccontare la sua storia per mail, in uno scambio che si svolge tra il 19 e il 25 maggio. Come già fatto con Romania, Albania e Marocco, l’idea è di raccontare le varie provenienze delle comunità dei progetti collaborativi in Italia. Secondo le stime, in Italia vivono quasi 236.000 persone di origine Ucraina: la quinta comunità più popolosa del paese. A queste si sono aggiunte oltre 120.000 persone arrivate nei primi tre mesi di guerra nel 2022, secondo il Ministero dell’Interno.

Nei primi scambi di mail con Stanislav non c’erano domande sulla guerra. Fa un po’ strano parlarne, senza conoscersi. Ma è possibile parlare oggi di Ucraina, senza parlare della guerra? Difficile, forse nemmeno corretto. Partiamo allora dalle risposte alle ultime domande:

I primi giorni della guerra – racconta Stanislav – sono stati interminabili, sembrava che fossero settimane. Il pensiero che il paese in cui sono nato potesse scomparire dalla mappa mi terrorizzava. In quei giorni non dormivo bene, leggevo le notizie aggiornate al minuto fino a tardi e ricominciavo a farlo all’alba. Ero totalmente assente con le persone, al lavoro non riuscivo a concentrarmi affatto. Andavo a dormire e non sapevo se al risveglio il mio paese sarebbe ancora esistito. La popolazione si è unita come nessuno si sarebbe mai aspettato, in Ucraina c’erano le file di volontari per andare a combattere e difendere la propria casa, la democrazia, la libertà di poter scegliere il proprio futuro.

Seguire l’evoluzione della situazione ucraina dall’Italia genera sentimenti contrastanti:

Sono cresciuto qui e vivo qui da quasi due decenni. Non potrò mai sapere cosa hanno provato realmente gli ucraini nelle zone occupate e cosa stanno provando in questo momento. Dalle persone che mi circondano in Italia ho ricevuto molto sostegno, poca indifferenza. Solo una volta una persona ha negato la realtà dei fatti.

Un passato tra Wikipedia e Wikinotizie

Se la prima cosa che Stanislav ha fatto su Wikipedia è stato abbozzare la voce di Lutsk, per molto tempo è stato un altro progetto collaborativo quello che l’ha appassionato davvero.

Ero molto attivo su WikiNotizie – racconta – un progetto splendido e di grandissimo potenziale che, secondo me, in pochi conoscono. Il metodo con cui i progetti wikimedia trattano la verifica delle fonti mi ha fatto crescere come persona; oggi quando leggo notizie sono molto attento all’attendibilità delle fonti.

Il monte Hoverla, i piatti tipici come il borsch e i varènyki, la vyshyvànka – camicia tradizionale che viene festeggiata il terzo giovedì di maggio –, le uova decorate pysanky, la bandura che può raggiungere le 70 corde. Sono tante le tradizioni che Stanislav potrebbe elencare come interessanti da scoprire per chi non conosce il suo paese. Ma ci sono anche aspetti meno tangibili che mantengono forte il suo legame con la cultura ucraina:

Mi piace la sensazione di libertà che c’è in questo paese. Purtroppo non tutti i paesi dell’ex Unione Sovietica possono godere di questo privilegio. Mi piacerebbe che le persone conoscessero di più la ricca storia dell’Ucraina e non la confondessero con quella russa. Penso alle azioni dei cosacchi, semplici uomini che si sono posti a difesa del proprio paese, alla costituzione di Pylyp Orlyk, scritta nel 1710, che introduce la separazione dei poteri e anticipa “Lo spirito delle leggi” di Montesquieu di quasi 40 anni!

Come aiutare in questo periodo

Fin dall’inizio del conflitto, Wikimedia Italia ha voluto manifestare al sua vicinanza alle comunità di volontari e cittadini, che, sia in Ucraina che in Russia, si sono trovate ad essere esposte a violenze e pericoli. La comunità di Wikipedia ha lanciato una maratona di scrittura per il patrimonio culturale ucraino e Wikimedia Foundation ha preso posizione per garantire informazioni corrette e verificate sui progetti Wikimedia.

Ci sono alcune realtà che Stanislav segue da tempo e che si sente di suggerire, se qualcuno vuole aiutare la popolazione ucraina rimasta nel proprio paese o arrivata in Italia:

Come back alive è una delle più famose e serie organizzazioni in Ucraina, che cerca di salvare le vite dei soldati equipaggiandoli con attrezzature esclusivamente non letali. United24 è invece un’iniziativa promossa dal presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy per raccogliere fondi per la difesa e lo sminamento, aiuti medici, o per la ricostruzione. Sul sito dedicato è già in corso la rendicontazione delle spese dei fondi raccolti.

In Italia il dipartimento della protezione civile ha lanciato il sito #OffroAiuto dove cittadini, aziende ed enti possono aiutare i rifugiati ucraini in Italia in vari modi: a partire dalla donazione dei beni all’accoglienza, fino al sostegno psicologico. Se qualcuno desiderasse, è sufficiente anche portare dei beni di prima necessità nelle chiese: per fortuna tutte si sono attivate, pertanto basta visitarne una per sapere dove avvengono le raccolte e di cosa si ha bisogno. Nessun aiuto è troppo piccolo.

Nell’immagine: Cattedrale di Uzhhorod (foto vincitrice di Wiki Loves Monuments Ucraina 2021, dettaglio), di Ekaterina Polischuk, CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons