Donne e strade, l’uso degli open data nella ricerca Mapping Diversity

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Donne e strade, l’uso degli open data nella ricerca Mapping Diversity

Poche donne, ma molte sante per le strade italiane. È quanto emerge dal progetto Mapping Diversity, che, utilizzando i dati aperti forniti da Wikidata e OpenStreetMap, ha messo in luce quanto le donne siano poco rappresentate nella toponomastica italiana.

La ricerca, curata da Giorgio Comai e Alice Corona, ha preso in considerazione i 21 capoluoghi di regione e province autonome italiani. Solo 1.629 strade su 24.625 sono intitolate a donne: il 6,6% del totale. Di queste, il 41% sono dedicate a sante. La Madonna, Santa Lucia, Sant’Anna, Santa Chiara e Santa Margherita sono le uniche ad avere una strada in almeno la metà delle città prese in esame. Tra le donne laiche a cui sono dedicate più vie o piazze ci sono Grazia Deledda, Margherita di Savoia, Ada Negri, Eleonora Duse, Mafalda di Savoia, Maria Montessori e Matilde Serao. Guardando alle grandi città, Roma si colloca nella media con il 6,7% delle strade intitolate a donne, mentre Milano è al di sotto con appena il 4,9%. Un po’ meglio Napoli con il 7,0%.

Perché dare più strade alle donne

La toponomastica ha un ruolo importante nella formazione dell’opinione pubblica, come spiegano Giorgio Comai e Alice Corona:

«I nomi delle nostre strade non sono innocui elementi urbani utili solo per orientarci nei luoghi che percorriamo: hanno un forte potere simbolico, sono stati e continuano a essere frutto di processi decisionali legati alla legittimazione del passato, e alla costruzione della memoria storica collettiva. La preponderanza di figure maschili nelle nostre strade non è solo testimonianza di un fatto storico e culturale, ma è allo stesso tempo una forza, subliminale ma costante, che contribuisce a perpetrare la marginalizzazione del contributo femminile nella storia, nell’arte, nella cultura, o nelle scienze».

Mapping Divertity è un progetto di OBC Transeuropa e Sheldon.studio per EDJNet. È un buon esempio di come i dati liberi aperti disponibili sui progetti Wikimedia e OpenStreetMap possano essere utilizzati per scopi di ricerca e sensibilizzazione delle società su temi attuali. A questo link è spiegata nel dettaglio la metodologia. Tutti i contenuti del progetto sono rilasciati con licenza CC BY 4.0.

Nell’immagine: Karyatiden Palais Pallavicini Wien 2019, di Manfred Werner (Tsui), CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons