Dopo Wikipedia, anche Wikidata è stato riconosciuto come bene pubblico digitale

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Dopo Wikipedia, anche Wikidata è stato riconosciuto come bene pubblico digitale

Wikidata bene pubblico digitale

Riportiamo oggi un aggiornamento della Wikimedia Foundation pubblicato il 29 ottobre 2025.

La Digital Public Goods Alliance, sostenuta dalle Nazioni Unite, ha aggiunto Wikipedia e Wikidata al proprio registro, affermando l’importante ruolo che i loro collaboratori volontari svolgono nel rendere Internet migliore per tutti. 

Il mese scorso, Wikidata è diventato il secondo progetto Wikimedia ad essere ufficialmente riconosciuto come bene pubblico digitale (DPG) dalla Digital Public Goods Alliance (DPGA). Wikidata è una base di conoscenza libera e aperta, che può essere letta e modificata sia da persone che da macchine, e funge da archivio centrale per i dati strutturati (inclusi testi, immagini e contenuti multimediali) degli altri progetti Wikimedia. I suoi dati strutturati sono anche disponibili per l’uso con licenza libera ad altre applicazioni e servizi esterni.

Wikidata supporta innumerevoli applicazioni e progetti di ricerca in tutto il mondo, comprese collaborazioni di interesse pubblico con istituzioni e piattaforme online come l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), Europeana, la Biblioteca del Congresso e OpenStreetMap.

Questo riconoscimento sottolinea il contributo di Wikidata agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite come base di conoscenza multilingue e con licenza aperta che rende i dati strutturati liberamente accessibili in tutte le discipline e lingue. Dimostra come i dati aperti possano aiutare a promuovere l’istruzione, l’uguaglianza di genere, l’innovazione, la crescita economica e le istituzioni pubbliche, riducendo al contempo le disuguaglianze. Celebriamo il suo riconoscimento come bene pubblico digitale ufficiale e ringraziamo i volontari che contribuiscono a questo progetto.


Immagine: DpgBadge di Digital Public Goods Alliance, MIT, da Wikimedia Commons