La cittadinanza digitale si impara a scuola

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La cittadinanza digitale si impara a scuola

Utilizzare Wikipedia, OpenStreetMap e i progetti collaborativi come strumento didattico a scuola: perché farlo? Che vantaggi può avere per docenti e studenti? Mentre stanno per cominciare i nostri corsi formativi riconosciuti dal MIUR per i docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado,  abbiamo intervistato un’insegnante, Roberta Reginato, che già da diversi anni promuove la conoscenza dei progetti Wikimedia nella sua scuola, il Liceo G. Marconi di Conegliano, in provincia di Treviso.

Buongiorno Roberta, ha voglia di raccontarci come è nata l’idea di inserire un approfondimento su Wikipedia all’interno delle attività per il Safer Internet Day nel vostro Liceo?

Ho una formazione umanistica e mi appassionano gli studi sulla comunicazione, per questo nella mia attività didattica ho sempre cercato di dare spazio all’educazione ai media. Ritengo infatti che i libri siano uno strumento fondamentale per la didattica, tuttavia – per educare i ragazzi al senso critico e alla libertà di pensiero – credo oggi sia necessario anche istruirli e guidarli alla comprensione e all’uso dei nuovi linguaggi multimediali: dal cinema, al giornalismo, alla pubblicità. 

Con il crescente sviluppo della Rete è stato per me naturale (e appassionante!) progettare nuovi percorsi didattici che conducessero all’acquisizione di competenze digitali, come richiesto dall’Unione europea: una decina di anni fa ho dunque assunto il ruolo di funzione strumentale per la didattica con le TIC (tecnologie dell’informazione e comunicazione) e ora, al Liceo Marconi, sono referente d’istituto per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo e la cittadinanza digitale.

Il tema della sicurezza online è centrale per la tutela dei minori e altrettanto centrale – in particolare nel percorso liceale – è la capacità di ricercare, analizzare e verificare criticamente le informazioni sia offline che online, sviluppando sia l’attitudine a condividerle appropriatamente nel rispetto del diritto d’autore e della netiquette sia la capacità di fare fact checking e riconoscere le potenziali fake news. 

Sono queste le ragioni per cui tra le attività programmate per il nostro Safer Internet Day ho incluso l’incontro con un esperto wikimediano per approfondire la storia, le caratteristiche e le modalità di contribuzione alla più grande enciclopedia libera e collaborativa al mondo.

A suo avviso, perché oggi ha senso portare le piattaforme collaborative a scuola? I progetti Wikimedia possono avere un ruolo nell’educazione alla cittadinanza digitale?

Viviamo nella cosiddetta società della conoscenza, un’epoca in cui il sapere accessibile a tutti è lo strumento più potente di progresso e di democrazia. 

In base al framework europeo Dig Comp 2.1, la scuola ha il compito di stimolare cinque aree che descrivono le competenze di base dei cittadini, tra cui l’alfabetizzazione su informazioni e dati, la collaborazione e comunicazione e la creazione di contenuti digitali

Per fare questo, è necessario e imprescindibile predisporre ambienti di apprendimento dinamici e introdurre nuove metodologie attive, che permettano agli studenti di applicare le specifiche abilità in contesti reali. 

La didattica basata sui progetti Wikimedia rappresenta una risposta a questa esigenza, con attività di tipo laboratoriale in cui gli studenti, revisionando o creando nuove voci dell’enciclopedia libera o lavorando sugli altri progetti collaborativi, sperimentano l’applicazione di un metodo rigoroso, basato sulla citazione di fonti autorevoli, e toccano con mano l’importanza di agire eticamente e con responsabilità.

Ai docenti che ancora nutrono perplessità in merito a Wikipedia, cosa può raccontare perché cambino idea?

Le perplessità della scuola rispetto a Wikipedia nascono dal fatto che gli studenti, quando fanno una ricerca online, si fermano in genere ai primi risultati dei motori di ricerca e dunque alle voci di Wikipedia, spesso senza controllare la bibliografia o verificare quanto i contenuti siano approfonditi o corretti.

Questi comportamenti, che denotano mancanza di metodo e di consapevolezza nella ricerca documentale, spesso spingono i docenti a disincentivare l’uso di Wikipedia senza fornire adeguate motivazioni.

In realtà penso stia a noi docenti insegnare le basi dell’information literacy, non tanto vietando l’uso di Wikipedia, ma piuttosto spiegando quando può essere utile consultare l’enciclopedia libera e come utilizzarla, per non cadere nel plagio o nella violazione dei diritti d’autore. 

Sono queste competenze che noi docenti per primi dobbiamo sviluppare, attraverso una formazione mirata e permanente, integrando l’insegnamento delle nostre discipline con l’apprendimento di un corretto metodo di studio, offline e online.

A breve partiranno le nostre iniziative formative riconosciute dal MIUR dedicate ai docenti: se le chiedessimo di motivare i suoi colleghi a partecipare, che cosa direbbe loro?

Partecipare ai corsi può essere un’ottima occasione per apprendere o approfondire le competenze di cui parlavo sopra e utilizzarle per introdurre una didattica laboratoriale nelle proprie classi, con la soddisfazione di contribuire realmente ad una grande comunità globale che si impegna a diffondere conoscenza libera in rete.

Grazie Roberta!

Nell’immagine: Libro o computer? Studentesse al lavoro! Di Ziko-C, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons