Torino: sostenere la cultura con gli open data

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Torino: sostenere la cultura con gli open data

Anche Wikimedia il 21 ottobre partecipa a Torino al workshop Supporting Open Culture through Open Data, organizzato da reCreating Europe, GLAM-E Lab, Museo Egizio di Torino e Serpentine Legal Lab.

Il filo conduttore del workshop è il riutilizzo dei dati culturali aperti per la creazione di nuovi contenuti e opere, a beneficio di tutti. L’evento, pensato sia per gli operatori museali che per un pubblico più ampio, vedrà l’intervento di due wikimediane. Fiona Romeo, responsabile dei progetti GLAM per Wikimedia Foundation, terrà uno dei discorsi di apertura, il 20 ottobre. Iolanda Pensa, presidente di Wikimedia Italia, interverrà nella tavola rotonda conclusiva del 21, intitolata “Sfide nel sostegno alla Open Culture: il caso dell’Italia”.

A Torino per parlare di Open Culture

Nella tavola rotonda conclusiva della due giorni, moderata da Roberto Caso, interverranno anche Christian Greco, direttore del Museo Egizio e in prima linea nell’apertura dei dati e delle immagini delle collezioni del museo, Deborah De Angelis, esperta di licenze libere e rappresentante di ICOM Italia, oltre che del capitolo italiano di Creative Commons insieme a Mirco Modolo. Insieme a Iolanda Pensa, parteciperanno alla discussione e alla condivisione di esperienze pratiche anche Elisabetta Rattalino e Anna Follo della Fondazione Torino Musei.

A cosa servono gli Open Data

Come spiegano gli orgnizzatori del convegno, l’ambiziosa strategia europea per i dati aperti si scontra con molte barriere legali proprio nel campo del patrimonio culturale, dove il principio di open by design e open by default sembra molto più difficile da applicare. Convegni come questo vogliono contribuire a portare più istituzioni e operatori culturali verso gli open data, discutendo dei problemi connessi, ma anche delle grandi opportunità che i dati aperti possono offrire.

Per partecipare al convegno è necessario iscriversi online.

Nella foto: Torino, Museo Egizio, di Gianni Careddu, CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons