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Biblioteche e Wikipedia: il libro oltre l’ostacolo

In vista del convegno “Sfide e alleanze tra Biblioteche e Wikipedia” che si terrà venerdì 10 novembre alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze abbiamo intervistato alcuni dei relatori e soci WIkimedia Italia che interverranno nell’ambito dell’iniziativa.
Qui di seguito riportiamo i contenuti di una nostra chiacchierata con Eusebia Parrotto, che a Firenze porterà l’esperienza della Biblioteca Comunale di Trento di uso delle piattaforme Wikimedia per i documenti antichi.


La prima vera rivoluzione per le biblioteche pubbliche è stato l’avvento del digitale, che ha permesso di superare una serie di vincoli che limitavano la fruizione dei volumi da parte del pubblico.
Ad esempio, un libro particolarmente antico che – per ragioni legate alla conservazione – non sarebbe stato possibile prendere in prestito, grazie alla digitalizzazione è diventato consultabile senza rischi di danneggiare l’originale. O ancora, un libro custodito a Trento diventa accessibile anche a un lettore di Trapani perché non è più dipendente dal luogo fisico in cui è conservato.

Ciò che però oggi può davvero consentire di fare un passo oltre e portare “il libro al di là dell’ostacolo” è l’accesso aperto: si tratta di un cambio di paradigma totale – dice Eusebia Parrotto della Biblioteca comunale di Trento – perché rende possibile trasformare, smembrare, copiare, riutilizzare, diffondere un documento digitale. Una cosa che non è neanche pensabile per la sua copia cartacea.
Quando il digitale si unisce all’open siamo di fronte a una congiuntura felice, se non sorprendente – continua Eusebia – che consente di superare ogni vincolo (o quasi) alla fruizione dei testi. E all’interno dei progetti Wikimedia si verifica la condizione ottimale per coniugare questi due aspetti.

Ogni volta mi stupisco di come basti “liberare” un’opera, cioè digitalizzarla e renderla disponibile senza vincoli di accesso, perché questa venga ri-usata e trasformata nei modi più imprevedibili – ci racconta Eusebia. – Avrei diverse esperienze da raccontare, ma cito solo quella che più mi ha più colpita, che riguarda un progetto della Biblioteca in cui lavoro.
L’anno scorso abbiamo inserito su Wikisource, la biblioteca libera, diversi testi di Cesare Battisti, geografo, politico e irredentista vissuto fra il 1875 e il 1916.
Uno di questi testi conteneva delle carte geografiche e mappe di distribuzione che abbiamo deciso di “smembrare” dal testo e pubblicare anche come immagini autonome su Wikimedia Commons, l’archivio di immagini connesso a Wikipedia. Una di queste rappresentava la città di Trento nell’anno 1915.
Una volta pubblicata su Commons questa carta della città è stata utilizzata da una persona (in totale autonomia) per realizzare una nuova mappa diacronica della città, sovrapponendola ad una odierna, con una bellissima soluzione di visualizzazione che permette di capire in modo davvero efficace quali siano state le trasformazioni della città nell’ultimo secolo. La Biblioteca non ha fatto altro che “liberare” il testo, lasciandolo alla libera fruizione e riuso di chiunque e il risultato è qui.

Questo esempio dovrebbe dire molto alle Biblioteche su quanto siano imprevedibili, diversi e potenzialmente infiniti gli utilizzi delle opere che queste conservano, e su quanto la libera fruizione di un testo, affidata all’intelligenza e alla creatività di chi lo usa, possa dare valore aggiunto alla stessa opera, renderla generativa; in questo modo chi la usa può contribuire alla creazione e diffusione di nuova conoscenza.

Sono queste le ragioni per cui da circa tre anni – conclude Eusebia – la mia Biblioteca contribuisce ai progetti Wikimedia, in particolare Wikisource e Wikimedia Commons.
Lo scorso anno abbiamo donato a Wikisource un’opera preziosissima: il manoscritto della “La Città del Sole” di Tommaso Campanella del 1602, che è lo stesso anno di pubblicazione del testo a stampa. Un’opera che prima era nota solo agli studiosi ed addetti ai lavori ora è accessibile a tutti con una trascrizione filologica, opera di un volontario della comunità di Wikisource (sempre per tornare sul tema del valore aggiunto e  della creazione di nuova conoscenza da parte di chi riusa l’opera).
Il lavoro su cui siamo impegnati quest’anno riguarda invece la digitalizzazione di 665 mappe storiche assemblate in antichi atlanti da noi conservati.
Ma abbiamo fatto anche cose meno impegnative e “giocose”, come la pubblicazione su Wikimedia Commons di un album da colorare con le immagini dei libri antichi della nostra Biblioteca, cui faremo seguire quest’anno un secondo volume.

Bibliotecari, che cosa aspettate a portare il libro oltre l’ostacolo?

Nell’immagine: uno screenshot di una delle pagine del manoscritto di Tommaso Campanella digitalizzato su Wikisource