Giù le barriere con i dati aperti: la mappatura dell’accessibilità con OpenStreetMap

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Giù le barriere con i dati aperti: la mappatura dell’accessibilità con OpenStreetMap

Muoversi in città non è semplice per chi ha disabilità motorie o di altro tipo, come ipovedenti o non udenti: proprio per questo nell’ormai lontano 1986 veniva introdotto in Italia l’obbligo per tutti i Comuni e le Province di adottare i cosiddetti Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), volti a stimolare tutti gli interventi mirati ad accrescere l’accessibilità delle aree urbane.
A più di trenta anni dall’introduzione di questa legge, resta ancora molto lavoro da fare in merito all’applicazione dei PEBA e tante amministrazioni sono ancora all’anno zero: ancor prima di definire dove intervenire, manca una mappatura dello stato di fatto.
Il database libero di OpenStreetMap può essere una risorsa estremamente interessante per tutte le pubbliche amministrazioni che desiderano intraprendere un percorso volto a rendere le città più accessibili – ci ha detto Alessandro Sarretta, ricercatore CNR-ISMAR e utente OSM, che proprio su questo tema ha di recente tenuto un intervento e animato un mapping party nel quadro di FOSS4G-IT 2019 a Padova.
OpenStreetMap, grazie alla sua flessibilità, si presta molto bene a raccogliere elementi utili per mappare l’accessibilità. Il punto di partenza è la tag wheelchair yes/no che si può applicare a qualsiasi elemento, dalle strade agli edifici, per segnalare la possibilità di accedere o circolare senza rischi in sedia a rotelle. – prosegue Alessandro – Ci sono poi tantissimi altri elementi rilevanti che si possono mappare, dalla larghezza (width) alla tipologia di superficie (surface) dei marciapiedi o delle strade alla presenza di scivoli (kerb), specificando anche la loro pendenza. Si può poi registrare la presenza di parcheggi o bagni per disabili o – venendo alle altre tipologie di disabilità – la presenza di segnalatori acustici (traffic signal sound) per non vedenti o di percorsi tattili (tactile paving) per ipovedenti.
Una volta registrati sulla mappa libera, i dati sono liberamente accessibili a tutti, ma anche aggiornabili in modo semplice e piuttosto economico. Inoltre – essendo riutilizzabili per tutti gli scopi, compresi quelli commerciali – possono servire a sviluppare applicazioni in grado di restituire in modo semplice e intuitivo le informazioni a chi può averne bisogno.
L’esempio più conosciuto è Wheelmap – ci dice Alessandro – ma per fortuna non è l’unico. Ad esempio Openrouteservice, noto servizio di routing che si basa su dati OSM, ha inserito tra le sue opzioni di ricerca anche un’opzione che mostra il percorso migliore per persone con disabilità motoria.
Le potenzialità sono tantissime, ma c’è ancora molto da fare continua Alessandro – Questo tipo di mappatura è utile quanto complessa, in quanto necessita la raccolta di informazioni molto dettagliate in loco e – preferibilmente – la presenza di un utente disabile che possa testare sul campo le strutture. Mapillary può essere un aiuto nella raccolta di immagini e nella registrazione da remoto, ma non risolve completamente il problema.
Purtroppo ad oggi in Italia le aree meglio mappate sono soprattutto nei grandi centri urbani del Nord, grazie al lavoro di singoli utenti molto attivi su questo fronte (ad esempio a Genova) o a progetti lanciati dalla pubblica amministrazione in collaborazione con le agenzie che si occupano di infomobilità  (ad esempio 5T a Torino o AMAT a Milano – di cui vi parleremo nei prossimi giorni sul nostro blog).
La sfida per il futuro sarà raccogliere più dati legati all’accessibilità ma anche renderli omogenei tra loro – conclude Alessandro – Per questo è importante dotarsi di pagine di coordinamento e schede di mappatura per registrare i dati in modo univoco.
Il futuro della mappatura dell’accessibilità su OSM è tutto da scrivere, ma – come Alessandro – crediamo sia una strada che vale la pena percorrere.
Se vi abbiamo incuriositi, contattateci all’indirizzo segreteria@wikimedia.it per saperne di più!

Nell’immagine: l’indicazione di un sentiero accessibile a persone con disabilità motorie. Foto di Jensbest, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons