Non c’è conoscenza senza condivisione

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Non c’è conoscenza senza condivisione

L’esperienza dell’Archivio Storico Ricordi

Ricordo, durante una presentazione di qualche anno fa, di aver sentito quello che una volta era il direttore del mio corso di laurea in management culturale, Stefano Baia Curioni, affermare che “Il patrimonio culturale non può diventare un alibi per l’immobilismo”.

Questo pensiero nella sua brevità e lucidità ha come esplicitato un comandamento che già da anni cercavo più o meno consapevolmente di applicare all’oggetto del mio lavoro, ovvero l’Archivio Storico Ricordi di Milano. Sono infatti anch’io convinto che importanti e prestigiose collezioni non costituiscano di per sé uno strumento di conoscenza ed evoluzione se non vengono opportunamente e generosamente “movimentate”, ovvero se non si attivano dei progetti in grado di aumentare le occasioni di contatto con gli studiosi e tutti coloro che hanno curiosità e voglia di approfondire.

Quando, nei primi anni 2010, con la casa madre Bertelsmann abbiamo definito un piano di sviluppo culturale dell’Archivio, avevamo concordato su poche ma importanti linee strategiche. Avremmo dovuto favorire l’accesso libero al patrimonio archivistico, non dare per scontato che tutti là fuori sapessero già cos’è l’Archivio e cosa contiene, e per fare questo avremmo dovuto abbracciare gli strumenti forniti dal digitale. Volevamo restituire una “cattedrale della musica” – come il compositore Luciano Berio ha definito l’Archivio –  assai stratificata, preservandone la complessità intrinseca e in un modo che parlasse ai nostri contemporanei e non fosse solo una celebrazione dei fasti della grande storia di Casa Ricordi e dei suoi compositori, bensì un organismo vivente in grado di generare nuovo senso nella contemporaneità e idealmente anche nel futuro.

Seguendo queste idee abbiamo prima di tutto costruito un database dell’Archivio che ha costituito l’ossatura di quella che è oggi la nostra Collezione Digitale online, su cui mano a mano pubblichiamo le collezioni catalogate e digitalizzate. Sempre in questo solco abbiamo attivato collaborazioni con realtà già ben “sedimentate” nell’universo digitale, come quella, davvero cruciale e felice, con Wikimedia Italia. Avviata nel 2020 ospitando in Archivio di un Wikimediano in Residenza, ha dato in pochi anni vita a molte attività: editathon sui nostri materiali in rete, di cui una memorabile al Museo Egizio di Torino in occasione della mostra su Aida del 2022, la condivisione di immagini dell’Archivio con licenza libera su Wikipedia, l’implementazione delle schede di autorità su Wikidata di migliaia di persone e il riversamento di centinaia di periodici musicali su Wikisource. Questo “vortice” ha da un lato ampliato la comunità attiva sui nostri contenuti, dall’altro amplificato significativamente la visibilità dei nostri materiali nell’universo digitale.

Quella che era cominciata come una “timida” collaborazione per provare a meglio rappresentare il nostro Archivio nella Enciclopedia Libera si è gradualmente e naturalmente trasformata in qualcosa di assai più strutturato e articolato, un tavolo di lavoro “allargato” guidato dall’amore per la libera conoscenza, dalla voglia di uscire da una comfort zone per rappresentare le nostre collezioni nel digitale in modi sempre nuovi e si spera utili.

Pierluigi Ledda

Direttore Archivio Storico Ricordi

Manager culturale e collezionista musicale, vive e lavora a Milano. Dal 2011 è il direttore generale dell’Archivio Storico Ricordi, istituzione culturale che sta attuando un processo di valorizzazione improntato allo sviluppo digitale del patrimonio musicale, alla creazione di un network internazionale con istituzioni e comunità scientifica, al riuso artistico del patri​monio. Parallelamente alla sua attività in Ricordi, insegna nel master in Editoria e produzione musicale dello IULM di Milano. Ha curato negli anni convegni sugli archivi sonori e eventi musicali.

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Immagine: Pierluigi Ledda, fornita dall’autore.