Ascoltare la musica classica su Wikisource

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Ascoltare la musica classica su Wikisource

Da qualche mese è possibile ascoltare anche la musica su Wikisource, grazie alla collaborazione tra Wikimedia Italia e Archivio Ricordi, con l’aiuto del Wikimediano in residenza Francesco Napoleoni.

Da tempo Archivio Ricordi ha cominciato a rendere disponibili online le riproduzioni digitali delle proprie riviste musicali. Negli ultimi mesi, l’archivio ha accolto la proposta di Wikimedia Italia di sperimentare l’uso del software libero LilyPond per trascrivere anche gli spartiti musicali.

Come si trascrive la musica su Wikisource

Wikisource è il progetto collaborativo dell’ecosistema Wikimedia in cui libri e riviste digitalizzati vengono trascritti integralmente in maniera fedele, per essere più facilmente consultabili e ricercabili online. Grazie al lavoro di Francesco Napoleoni, che segue il progetto come Wikimediano in residenza, anche gli spartiti musicali saranno trascritti, ma non solo:

Inizialmente mi è stato dato il compito di trascrivere le partiture delle riviste già presenti su Wikisource utilizzando LilyPond, che è un software libero che conosco bene. Quando ho fatto vedere ai colleghi che era possibile anche far sentire la musica che veniva trascritta, l’idea è stata presa con grande entusiasmo.

Poter ascoltare la musica su Wikisource infatti è un’esperienza abbastanza nuova per questo progetto. Ora nelle pagine di Wikisource in cui sono presenti gli spartiti trascritti è possibile non solo leggere la musica, ma anche ascoltarla direttamente. Alcuni di questi brani non sono stati eseguiti che al tempo della loro pubblicazione, tra l’Ottocento e i primissimi anni del Novecento.

Con le tecnologie di cui disponiamo oggi – spiega sempre Francesco Napoleoni – siamo in grado di riportare all’attenzione del pubblico alcune piccole gemme musicali dimenticate, che offrono nuovi elementi per uno spaccato della società italiana dell’Ottocento, sullo sfondo degli eventi risorgimentali.

Tutto si basa su un “file MIDI” che vengono prodotti trascrivendo in codice quello che leggo sullo spartito. L’estensione score del software Media Wiki, alla base di tutti i progetti Wikimedia, è in grado di produrre una realizzazione sonora del file, che si può ascoltare su Wikisource direttamente.

Le sfide e le possibilità del progetto

Musicista (compositore, insegnante, strumentista) ed informatico, convinto sostenitore del software libero, Francesco Napoleoni racconta che non è tanto difficile “far suonare” gli spartiti, quanto trascriverli correttamente:

Le riviste sono di fine ‘800 e non c’è dubbio che chi si occupava di produrre gli spartiti fosse sempre molto accurato, ma ogni tanto può capitare di trovare degli errori o delle trascrizioni dubbie, soprattutto quando fatte a mano. Per questo, una competenza di musicista è indispensabile: per riconoscere le parti problematiche, segnalarle e se opportuno correggerle. LilyPod è un programma ostico al primo impatto, ma mi ci sono appassionato negli anni e, una volta imparato ad usarlo, può offrire infinite possibilità per la diffusione della conoscenza libera, anche in campo musicale.

Ora che i primi spartiti sono online, disponibili a tutti, l’augurio di Francesco è che il lavoro in corso possa fare da apripista per molte altre istituzioni:

Spero che anche altri editori e archivi seguano l’esempio di Archivio Ricordi. Avendoli frequentati, so per certo per esempio che i conservatori possiedono un patrimonio enorme di spartiti e partiture, spesso chiusi a chiave ad impolverarsi. Penso invece che rendere disponibile il nostro patrimonio alla conoscenza globale possa essere una grande occasione, sia per le istituzioni della musica, che per il pubblico e la cultura italiana in generale. È bello pensare di poter far riavvicinare la gente alla musica classica attraverso i progetti collaborativi online.

I primi risultati

Nell’immagine: Maria Carrara Verdi, Barberina Strepponi, Giuseppe Verdi, Giuditta Ricordi, Teresa Stolz, Umberto Campanari, Giulio Ricordi, Leopoldo Metlicovitz (1900), di Archivio Storico Ricordi, CC BY-SA 4.0, attraverso Wikimedia Commons