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La “Wikipedia delle mappe” in cattedra!

Si è da poco conclusa la prima edizione del corso per docenti riconosciuto dal MIUR OpenStreetMap: il database geografico collaborativo per la conoscenza del territorio, che è stato ospitato a Verona presso gli spazi del Liceo Classico Linguistico Scipione Maffei. Le tre lezioni del modulo, condotte dai nostri soci e contributori OSM Matteo Zaffonato e Lorenzo Stucchi, hanno guidato i docenti partecipanti alla scoperta e all’uso di OpenStreetMap in classe come strumento didattico.
Com’è andata? Abbiamo chiesto ai nostri formatori di raccontarcelo!

Qual è stato a vostro avviso l’aspetto di OSM che ha colpito di più i docenti partecipanti?

Gli insegnanti sono stati “catturati” soprattutto da tre aspetti di OpenStreetMap, il primo è la velocità di aggiornamento dei dati, che vengono inseriti dalla comunità praticamente in tempo reale, battendo nella maggior parte dei casi tutte le altre piattaforme online che raccolgono e visualizzano dati geografici. Poi, li ha stupiti molto la possibilità di organizzare attività anche con studenti molto giovani, a partire dalla scuola elementare. Infine, li ha molto colpiti la possibilità di utilizzare i dati della mappa libera a scopo umanitario, ad esempio per aiutare a gestire le operazioni di soccorso in luoghi colpiti da calamità naturali, come terremoti o inondazioni.

Quali sono stati invece gli aspetti più difficili da spiegare agli insegnanti?

Sicuramente è stato complicato comprendere che non esiste un’entità centrale che controlla la qualità dei dati, che vengono validati attraverso una revisione paritaria e collaborativa dai volontari che fanno parte della comunità. Anche l’utilizzo delle applicazioni – ad esempio OSMAndha suscitato curiosità ma anche diffidenza nei docenti, che avevano paura di non riuscire ad apprendere al meglio le molteplici funzioni della piattaforma. Abbiamo cercato di rassicurarli: ci vuole un po’ di tempo e pazienza, poi diventa tutto più semplice!

Voi avete entrambi esperienza nella formazione agli studenti. Quali differenze avete riscontrato nel rapporto con i docenti? Vi è risultato più semplice o più complesso insegnare loro gli aspetti fondamentali di OSM?

I docenti erano molto interessati a OpenStreetMap e ci hanno fatto tantissime domande, molte di più di quelle che solitamente fanno gli studenti. Crediamo questo dipenda soprattutto dal loro desiderio di essere adeguatamente preparati ad utilizzare lo strumento con le loro classi.

Pensate che i docenti partecipanti integreranno i vostri insegnamenti nella loro didattica? Se sì, come?

Crediamo proprio di sì. Uno dei partecipanti, ad esempio, aveva già cominciato ad abbozzare qualche attività con i ragazzi e si è iscritto al corso proprio per conoscere meglio lo strumento. In particolare, aveva in mente di coinvolgere la sua classe in un’attività di mappatura del loro quartiere, lavorando anche – se possibile – sull’estrazione di dati e l’integrazione con Wikidata. 

Grazie al corso l’insegnante è riuscito ad avviare l’attività in classe ma anche a portarla avanti in questo periodo di chiusura forzata delle scuole, tenendosi in contatto con gli studenti con app di messaggistica o comunicazioni tramite il sito di OpenStreetMap.

Perché – a vostro avviso – un insegnante dovrebbe partecipare a un corso come questo?

Questo corso è utile ai docenti perché presenta un nuovo modo di coinvolgere i ragazzi attraverso uno strumento che permette loro di imparare a lavorare in squadra, capire come nasce un dato geografico e come lo si può gestire al giorno d’oggi. 

OSM può sicuramente essere utilizzato anche per sviluppare le competenze di cittadinanza impegnando gli studenti in un’attività utile per la collettività come per esempio la mappatura umanitaria da remoto.

Infine, grazie al corso, i docenti imparano come strutturare un’attività didattica per una classe o un gruppo di studenti da integrare nella programmazione annuale disciplinare o nei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (gli ex progetti di alternanza scuola lavoro). Il lavoro svolto da una classe può anche essere portato avanti da un’altra classe l’anno dopo, in una perfetta “continuità intergenerazionale”.

Grazie Matteo e Lorenzo!

Immagine: laboratorio OSM per ragazzi, CC BY-SA 2.0, da OSMwiki